Nell’articolo:
• Sicurezza degli asset e red flags: un’analisi delle discussioni più animate che sono circolate nel mondo crypto nelle ultime settimane
• Wrapped Bitcoin, Bitgo, Alameda e FTX: quali intrecci
• Il depeg di WETH: un troll a uso e consumo dei novizi
• Il possibile fallimento di Genesis continua a tenere alta l’attenzione di investitori e analisti. Difficile fare previsioni, ma un’analisi dei fatti succedutisi in queste ultime settimane può aiutare a dipanare un po’ la matassa.
Encefalogramma piatto. Il mondo crypto, da alcune settimane, non mostra alcun segno di vita perché in attesa di capire la reale entità del disastro provocato dal fallimento di FTX.
I rumors e le indiscrezioni su ulteriori potenziali red flags piovono da ogni dove ed è difficile distinguere le notizie fondate dai complottismi di giornata. Vediamo di farlo lo stesso, analizzando le discussioni più animate (e meritevoli di attenzione) che sono circolate nel mondo crypto riguardo la sicurezza degli asset.
Quanto è in pericolo il peg di WBTC?
Wrapped Bitcoin (WBTC) è un token erc 20 che rappresenta BTC su rete Ethereum (e relative Virtual Machine) ed è coperto 1 a 1 con il sottostante; almeno, così dovrebbe essere.
Il sistema di minting proprio di WBTC prevede, infatti, che alcuni soggetti istituzionali – e cioè i merchants (inizialmente Kyber Network e Republic Protocol) -, depositino i loro BTC su Bitgo, che agisce nelle vesti di Custodian e di minter. Una volta depositati i BTC, possono essere ritirati nella versione wrappata su rete Ethereum (previa compilazione dl KYC) e distribuirla così all’utenza. Le infografiche che seguono, danno l’idea del meccanismo.
L’elenco dei merchants si è decisamente allungato con il tempo e ora comprende tantissimi progetti crypto, trading firms e altre realtà istituzionali come Aave, 0x, Maker, Loopring, Ren, DeversiFi, Wintermute, Amber, Cumberland, 3AC (fallita) e Grapefruit Trading.
Di Alameda e FTX sembra, dunque, non esservi traccia; eppure, la dashboard di Messari sulla supply di WBTC afferma il contrario: non solo Sam Bankman-Fried (SBF) è presente, ma figura pure come il merchant principale ????.
Eppure il CEO di Bitgo afferma di non avere nulla a che fare con le società di SBF e invita i più scettici a controllare le riserve pubblicate sul sito, che sanciscono il possesso di un numero maggiore di BTC rispetto a quelli emessi.
Duo Nine, CT famoso e stimato dalla community DeFi, è stato uno dei primi a riportare il problema all’attenzione del pubblico (trovi il thread qui). Per avere una panoramica più dettagliata sui fatti, leggete il tweet di Small Cap Scientist. Gli argomenti a favore dell’una e dell’altra tesi sono ragionevoli e la questione non sembra potersi dipanare in fretta. Il consiglio è di monitorare la situazione nel corso delle prossime settimane. Lo faremo anche noi del Club e vi terremo informati in chat.
Il depeg di WETH: un troll a uso e consumo dei novizi
Wrapped Ethereum è il token erc 20 che rappresenta ETH su rete Ethereum. Ma perchè creare una versione wrapped di ETH proprio su rete Ethereum? Perché i token erc 20 possono essere scambiati solo in cambio di altri token erc 20; ed ETH non lo è: lanciato molto prima dell’arrivo dello standard erc 20, non è in possesso delle funzioni tipiche dei token erc 20.
WETH soddisfa questa esigenza in modo estremamente efficiente, perchè lo smart contract che ne regola l’emissione, coperta 1 a 1 con il sottostante e sempre redimable. Inoltre, non è solo estremamente longevo e battle tested, ma anche molto semplice (62 linee di codice complessive), quindi più sicuro.
Tuttavia, nelle ultime settimane, sono circolate voci su imminenti collassi di WETH, come mostra l’immagine che segue.
L’unica cosa che mi sento di dire su questa vicenda è che coloro i quali alimentano queste voci stanno solo trollando i novizi, a partire dallo stesso cofounder della versione wrapped.
Un consiglio è quello di leggere i tweet che Sassal, lo speaker del podcast The Daily Gwei, ha postato sull’argomento.
I ripetuti annunci dell’imminente fallimento di Genesis: dove sta la verità?
È settimane che si sente parlare del fallimento di Genesis, il lending desk nonchè piattaforma di trading dedicata all’utenza istituzionale che fa capo a Digital Currency Group (DCG). Vediamo di mettere in fila gli avvenimenti.
- Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio 2022, Genesis afferma pubblicamente di aver sofferto perdite per centinaia di milioni di dollari a causa del mancato rimborso dei prestiti da parte di Three Arrow Capital (dopo le liquidazioni coatte, Genesis vanta ancora crediti per 1.2 miliardi di dollari rispetto ai 2.4 miliardi prestati); nello stesso periodo il CEO Michael Moro, in carica dal 2016, decide di rassegnare le dimissioni e la società licenzia il 20% dei dipendenti. Guai finiti per Genesis? Neanche per idea.
- Il 10 novembre Genesis Trading rivela sul proprio profilo Twitter di aver perso circa 175 milioni di dollari nel fallimento di FTX, ma precisa anche che quanto successo non avrebbe avuto ripercussioni sulle altre attività della società.
- Il 12 novembre DCG cancella dal proprio sito web la sezione dedicata ai profili biografici dei dipendenti (nomi, foto, ecc).
- Pochi giorni dopo, il 16 novembre 2022, Genesis Lending interrompe improvvisamente tutti i prelievi di Bitcoin nonché l’erogazione dei prestiti per i propri clienti.
- Il 17 novembre 2022, il Wall Street Journal rivela di essere entrato in possesso di documenti riservati che confermerebbero la situazione finanziaria precaria dell’azienda, costretta a richiedere ai propri investitori (pare) 1 miliardo di dollari di nuovi finanziamenti per scongiurare la bancarotta.
- Nel frattempo Grayscale, società sorella di Genesis e controllata di DCG, rifiuta di condividere gli address che deterrebbero i BTC a garanzia di quelli “sintetici” emessi dal trust (GBTC); risultato? Gli utenti non si fidano e il discount sul NAV lo testimonia.
Dove sta la verità? Genesis rischia il collasso oppure no? Vale la pena acquistare GBTC a sconto? Sono tutte domande alle quali non saprei rispondere, quantomeno alla luce delle informazioni oggi disponibili pubblicamente.
L’analisi di queste notizie “sensibili” vuole solo aiutare a fare chiarezza e a prendere una posizione più consapevole sul piano del merito. Spero di essere riuscito nell’intento.