- Il Whitepaper 2.0 di Chainlink, ridefinisce in modo ambizioso gli obiettivi di lungo termine del progetto e traccia una roadmap per i futuri upgrades.
- Chainlink fornirà sempre più servizi, diventando insieme pilastro e ponte tra mondo off-chain e mondo on-chain; tra istituzioni finanziarie e attori della finanza decentralizzata; tra mondo tradizionale e mondo blockchain.
- Il token LINK avrà, presumibilmente, una sempre più reale e significativa utilità.
Chainlink è quello che si dice un protocollo primitive e cioè un protocollo storico della finanza decentralizzata.
È stata, infatti, la prima rete di nodi oracolo completamente decentralizzata e dotata di un proprio protocollo di consenso.
Un ponte tra off-chain e on-chain
Come noto, gli Smart Contract sono contratti ad esecuzione condizionale e automatica; in altri termini uno SC esegue in modo automatico un “compito” (ad esempio il trasferimento di un token), secondo determinate condizioni (ad esempio, se il token raggiunge un determinato prezzo).
La condizione che abbiamo posto nel nostro esempio (il raggiungimento di un certo valore di un determinato token) è un dato che è facilmente reperibile on-chain, e cioè nel mondo della blockchain (quale essa sia).
E se volessimo far eseguire a uno Smart Contract un “compito” con dati off-chain? Immaginiamo di voler far eseguire il trasferimento di un token quando l’Euro dovesse raggiungere la parità con il Dollaro. Quest’ultimo dato non è reperibile on-chain, ma off-chain e cioè nel mondo tradizionale. Senza un collegamento (Link) tra la rete (Chain) e il mondo tradizionale, ciò non sarebbe possibile. Ed è proprio questo collegamento che Chainlink rende possibile; da qui il suo nome.
In altri termini, Chainlink è una rete decentralizzata di oracoli che consente agli smart contract di interagire in modo sicuro con dati e servizi del mondo tradizionale, non disponibili on-chain.
Funge, dunque, da bridge, da ponte tra i dati del mondo tradizionale e il mondo della blockchain. Gli oracoli, infatti, sono «ponti» (middleware) che mettono in connessione qualsiasi dato del mondo tradizionale (off-chain) con il mondo delle blockchain (on-chain), come ad esempio feed di prezzo, condizioni meteo, dati provenienti da IOT devices, risultati sportivi, verifiche disponibilità fondi, merito creditizio, ecc.
La funzione svolta dai DON (Decentralized Oracle Networks) di Chainlink e dagli altri oracle providers è essenziale. Facendo un parallelo con il web, se la chain può considerarsi il computer che ci consente di navigare in internet, gli oracoli possiamo considerarli alla stregua di un modem, e cioè ciò che fa da “ponte” tra il nostro PC e il web.
Chainlink consente sia il trasferimento di dati che la loro verifica e autenticazione, impedendo qualsiasi manomissione dei dati medesimi (tamper proof data), una volta pubblicati su blockchain.
Nata, dunque, con l’idea di offrire feed di prezzo per gli assets sulla chain Ethereum, negli anni Chainlink si è evoluta diventando un vero e proprio ecosistema che eroga una quantità significativa di servizi.
Le potenzialità dell’ecosistema
Il 15 aprile 2021, è stato pubblicato il Whitepaper 2.0 di Chainlink, che ha ridefinito in modo ambizioso gli obiettivi di lungo termine del progetto e tracciato una roadmap per i futuri upgrades, trasformandolo in un vero e proprio ecosistema.
Per dare un’idea di quali sono le sue potenzialità, ci limitiamo a citare tre iniziative volte a potenziare l’interoperabilità tra il mondo blockchain e i sistemi legacy:
- il rilascio imminente di un compliance oracle che monitora in tempo reale il possesso dei requisiti di reddito, capitale, merito creditizio, ecc. in capo ai soggetti che intendono accreditarsi per poter acquistare particolari asset finanziari, prodotti esotici (ad esempio certificati, hedge funds, ecc) o partecipare a determinati eventi (es IPOs). Questo potrebbe ridurre i costi burocratici, amministrativi e legali delle procedure di accreditamento fino al 90%;
- la collaborazione con DTCC (Depository Trust & Clearing Corporation), una società di servizi finanziari che agisce da trust negli Stati Uniti e che ha in programma di sviluppare una propria blockchain per fornire servizi di tokenizzazione di securities, emissione e pagamento di dividendi on-chain, aumento di capitale on-chain e consimili;
- la collaborazione attiva con SWIFT, il circuito internazionale di pagamento più utilizzato al mondo e che – da quest’anno, attraverso ISO20022 – connetterà più di 11mila banche agli Smart Contracts su blockchain Ethereum, favorendo i pagamenti in-ramp e off-ramp (rampe di acceso e uscita) da e tra moneta cripto e FIAT.
Le novità più rilevanti del Whitepaper
- Modifiche al DON volte alla creazione di un metalayer decentralizzato (Transaction Execution Framework; Hybrid SCs)
- Proof of Reserve
- Fair Sequencing Service
- Verifiable Random Function
- CCIP
- Staking e Implicit Incentive Framework (node reputation)
- Off Chain Reporting
- DECO (e Town Crier), il «Transaction Layer Security» in fase di sviluppo
- Decentralized Identity
- Priority Channels
- Defi Confidentiality Preserving / Mixicles
- Keepers
Reputazione e allerta le parole chiave dello staking di Chainlink
Il sistema di staking di Chainlink rappresenta il nucleo del sistema di reputazione e di allerta, che si evolverà per fornire garanzie di sicurezza lineari e, successivamente, scalare per supportare garanzie di sicurezza super-lineari.
La versione iniziale v0.1 di Chainlink staking si concentra sull’introduzione di un quadro di reputazione (reputation framework) e di un sistema di allerta (alerting system): requisiti fondamentali, questi, per lo slashing e per altre funzionalità previste che verranno introdotte nelle versioni successive.
Approfondisci su Yield Hunters
Un’analisi più dettagliata dell’ecosistema Chainlink, delle sue potenzialità e di come si fa per partecipare allo staking la puoi trovare nelle puntate video che Yield Hunters – il servizio di TerraBitcoin Club dedicato alla DeFi – ha dedicato a Chainlink.
Se non hai tempo di guardare le puntate, sfoglia il Vademecum su Chainlink scritto dagli esperti di Yield Hunters. Leggilo QUI.
Il commento finanziario
Le collaborazioni e interconnessioni tra Chainlink e gli attori della finanza tradizionale si vanno facendo sempre più fitti. Basti pensare che Chainlink collabora attivamente con il World Economic Forum (WEF). Lo stesso Sergey Nazarov, cofounder del progetto, ha partecipato ai forum del WEF come speaker.
Inoltre, Chainlink fa parte dell’InterWork Alliance (IWA), un’iniziativa del Global Blockchain Business Council (GBBC), nata per aiutare le imprese ad adottare e utilizzare servizi distribuiti basati su token per le loro attività commerciali.
Date queste premesse, è facile supporre che chi richiederà i servizi di Chainlink li dovrà pagare con il token LINK. Dunque, il token, avrà, presumibilmente, una sempre più reale e significativa utilità.
Se è pur vero che Chainlink ha dei competitor (BAND, APIFREE, ecc.), è anche vero che le recenti implementazioni gli hanno fatto fare un discreto numero di passi avanti rispetto ai suoi diretti concorrenti.
Ad oggi (agosto 2022), consideriamo il prezzo di LINK un ottimo prezzo per accumulare, in una visione di lungo periodo. Questo, naturalmente, al netto di eventi macroeconomici imprevisti e dirompenti.
Ogni analisi presentata rispecchia esclusivamente il punto di vista degli autori e non rappresenta un suggerimento operativo o un consiglio o un segnale di trading; non deve, inoltre, essere presa come supporto previsionale sull’andamento futuro dei mercati e degli strumenti finanziari analizzati.